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Gli Italiani stanno cambiando il loro Modo di Informarsi

Gli Italiani stanno cambiando il loro Modo di Informarsi

Quale la dieta mediatica degli italiani e quanto tempo passiamo su internet? Le persone si informano ancora sui giornali e acquistano libri, oppure sono pratiche che vedremo scomparire? Ancora: chi usa più spesso le piattaforme digitali, in che modo, con che paure? Pubblicato ieri, il “19° rapporto sulla Comunicazione” del Censis prova a rispondere a ognuna di queste domande. Tra sorprese e conferme, fuori dagli stereotipi, i freddi numeri ci mostrano un’Italia sempre più moderna e quasi completamente connessa.

 

Giornali, libri, radio, televisione, internet… Ecco le statistiche su Cosa usiamo e Quanto
Continua la profonda crisi dei media più strutturati ed essa è ben rappresentata dal crollo di lettori di giornali. Se nel 2007 infatti più di due italiani su tre (67%) ne leggevano, oggi il dato si inabissato fino a un misero 22%. I giornali stanno provando a compensare le perdite con versioni online, nel tentativo di competere con i più snelli e agili siti web di informazione. Ma nell’ultimo anno anche le versioni online dei giornali cartacei hanno perso lettori (meno 2,5% e le leggono ora il 30% degli italiani), un trend che preoccupa gli editori tradizionali. Regge invece il grande segmento dei libri cartacei, con quasi la metà degli italiani (45,8%) che ne leggono; il dato è in sensibile miglioramento rispetto alla rilevazione precedente, con una crescita del 3,1% su base annua. Non è quindi una questione di “carta”: la perdita di fiducia nelle grandi proprietà editoriali si riflette sia sui lettori online sia nelle vendite di giornali alle edicole, ma se il buon vecchio libro è ancora amato e oggi anzi riscoperto, la popolazione tende a informarsi in modi ormai diversi rispetto al passato.

 

Gli italiani e “Le Nuove Televisioni”: come cambia il modo di informarsi
Tra i dati pubblicati dal Centro Studi Investimenti Sociali il vero protagonista potrebbe sembrare la televisione tradizionale: più forte di qualsiasi social media, essa è l’unica a poter vantare il 95,9% di utenza sulla popolazione. Il numero è particolarmente interessante se scorporato, poiché il 56% di noi ormai usufruisce di smart-tv o web-tv e ben il 33% delle mobile-tv (erano l’1% nel 2007). Certo Netflix, Prime Video, Disney+ e tutti gli altri possono offrire importanti opportunità di investimento anche per i più piccoli inserzionisti pubblicitari (come puoi approfondire cliccando qui), ma impressiona la quota di italiani che usufruiscono di un “parente ugualmente stretto” della televisione: Youtube. Il “tubo” di Google viene infatti usato da due italiani su tre (62%) e addirittura dal 79% degli utenti di età compresa tra 15 e 29 anni.

 

I Siti Web di Informazione mantengono la loro quota al massimo storico
La ricerca del Censis è stata presentata al Senato nella mattinata dell’11 marzo 2024 e tocca tantissimi aspetti, non solo quantitativi. Nelle 184 pagine di analisi e numeri emerge per esempio la paura della popolazione verso le nuove intelligenze artificiali, percepite più come minaccia che come risorsa dalla maggior parte della popolazione. Ugualmente le persone fanno sempre più fatica a distinguere tra informazioni vere e false, un problema che accomuna addirittura il 72% degli italiani.

Tra crescite e cali, resta perfettamente stabile il numero che descrive quanti usufruiscono dei siti di informazione online, ovvero il 58,1% di noi. Si tratta del numero più alto raggiunto da questi media, cresciuto stabilmente nel tempo. Nel 20012 erano il 33% degli italiani ad accedervi, mentre tra il 2018 e il 2019 avevano superato il 50%. La forza dei siti di informazione è che si rivolgono a bacini di utenti spesso specifici e molto appassionati. Nel caso dei tifosi che amano la loro squadra di calcio, come puoi leggere in questo approfondimento, ciò diventa una grande opportunità di marketing per imprenditori e professionisti.




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